IL REINSERIMENTO
 

“Il più è quando siamo venute a casa per sempre che le cose si sono messe un po’ nessuno ci ha detto “ Guardate che potete rivolgervi qui o là”

 

Io la carrozzina l’ho comprata, perché non mi ha detto niente o nessuno. Anche nella vasca ho dovuto comprare un seggiolino apposta.

 

Sì. Io sono andata in crisi: non volevo mica venir via! mi sono piazzata sulla sedia di fianco al mio letto e ho detto “ Io da qui non mi muovo!” Panico, panico assoluto. Dopodichè ho tirato fuori il carattere e il coraggio.

 

…la terapia dovrebbe essere portata avanti più a lungo.
A casa senza i fisioterapisti non si fa niente quando mi hanno mandato in palestra curano spalle, ginocchia, che sono cose molto diverse dalle malattie neurologiche.

 

“A parte la riabilitazione credo che sia mancato un po’ il sostegno psicologico.
Io non sapevo cosa avrei incontrato. Avrei avuto piacere di avere qualche informazione. Finchè era in ospedale il supporto psicologico c’è stato, dopo no.

 
Il ritorno a casa
 
     
 

L’ospedale o il centro di riabilitazione sono strutture protette dove la vita è pianificata e dove ogni cosa ruota intorno al paziente.

 
     
 

Al loro interno tutto può sembrare più semplice, tanto da far preferire la degenza al ritorno a casa, che certamente tutti desiderano ma che viene percepito gravido di incognite e problemi.

 
     
 

E’ bene quindi approfittare, non appena le condizioni lo consentono, dell’opportunità di passare i fine settimana a casa, riabituandosi così gradatamente alla routine della vita quotidiana.

 
     
 

Il rientro in famiglia è un momento che deve essere accuratamente preparato.

 
     
 
Le figure professionali e i familiari devono organizzarsi in merito a:
 

Ausili necessari (sollevatore, letto ortopedico, deambulatore) per questo è bene farsi fare una dettagliata relazione dal medico fisiatra del centro di riabilitazione. L’assistente sociale si occuperà della gestione burocratica con le Asur di appartenenza del soggetto.

 

Riorganizzare gli spazi, in modo che il traumatizzato possa muoversi agevolmente all’interno della propria abitazione. Per questo è importante il consiglio di esperti: Terapista Occupazionale, Terapista della Riabilitazione e Medico del Centro che sapranno come organizzare la cucina, il bagno, la camera da letto e altro, dando la possibilità all’utente di esprimere al meglio il grado di autonomia raggiunto.

 

Programmare un seminternato o un trattamento ambulatoriale per continuare la fisioterapia e/o la terapia cognitiva (se necessario).

 

Sensibilizzare il territorio ad accogliere la persona e organizzare un’assistenza domiciliare adeguata attraverso la trasmissione del caso che verrà eseguita dall’assistente sociale del Centro di Riabilitazione ai Servizi sociali del Comune e della ASL di appartenenza.

 
Le testimonianze sono tratte da “Storie di cura”
a cura di G. Giarelli, Good, Del Vecchio Good, Martini, Ruozi
Franco Angeli editore

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ASSOCIAZIONE MARCHIGIANA TRAUMATIZZATI CRANICI “Andrea” ODV
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